Abbiamo intervistato per voi Massimo Melandri, A.D. di Diemme Enologia
A cura di Simone Ortolani
Nel 1923 saranno 100 anni dalla nascita. DIEMME Enologia, impresa profondamente radicata nel tessuto produttivo del mondo lughese, si appresta a festeggiare l’importante traguardo con un prestigioso riconoscimento: infatti sarà premiata con il primo premio New Technology Award al prossimo SIMEI 2022 a Milano per la novità tecnica in gara al concorso Innovation Challenge, con il sistema Digital Juice, il primo dispositivo analitico per l’ottimizzazione e monitoraggio dei cicli di pressatura.
Tradizione e innovazione, radicamento sul territorio e proiezione internazionale sono i pilastri della sua cultura aziendale. E concretezza: i numeri che può esibire sono rilevanti: 5107 presse a membrana vendute nel mondo, 75 agenti e rivenditori e 45 centri di assistenza nel mondo. E un’importante presenza nel mondo dello sport. Ne parliamo con l’amministratore delegato, Massimo Melandri.
Che cosa rappresenta Diemme a livello di occupazione nel lughese?
«Diemme occupa 85 dipendenti; come gruppo abbiamo un’altra società, DIEMME Soil Washing Srl che occupa altri 15 dipendenti».
Quali sono i principali prodotti ?
«Noi produciamo impianti per vinificazione, in particolare per il ricevimento e la pressatura dell’uva. A livello di mercato vendiamo l’80 % dei nostri prodotti all’estero e il 20 % in Italia.
Abbiamo una rete distributiva di agenti che copre tutti i paesi in cui viene prodotto il vino, dall’emisfero Nord all’emisfero Sud: le Americhe, il Canada, Stati Uniti, Brasile, Cile, l’Argentina, il Sudafrica, l’Australia, Cina, Giappone».
Qual è il valore aggiunto delle vostre produzioni?
«Bisogna fare una premessa: Il nostro settore, come mercato globale, è un settore abbastanza piccolo; tutte le aziende di produttori di tecnologie per la vinificazione sono collocate in Europa, in particolare Italia, Francia, Spagna e Germania. Il nostro valore aggiunto è quello di essere specializzati, quello di fare in continua ricerca, innovazione e sviluppo dei nostri prodotti».
A livello di indotto sul territorio cosa rappresenta la sua azienda?
«Abbiamo una rete di subfornitori prevalentemente nell’arco dei 100 km; compriamo tanti semilavorati particolari in tutta l’azienda di subfornitura della metalmeccanica locale».
Come è nata la DIEMME Enologia?
«L’azienda fu fondata da mio nonno, Alfredo Melandri, e da Luigi Deggiovanni, producevano torchi continui a due eliche con le doghe di legno, che si vedono ancora in tante cantina, le prime presse in fusione e presse idrauliche verticali per la spremitura dell’uva. Fino alla Seconda Guerra Mondiale si produceva carpenteria e qualche macchina per la vinificazione. Nel dopoguerra produssero macchine tecnologicamente avanzate. Alla fine degli anni Sessanta sono subentrati i figli e con l’avvento della seconda generazione si è verificato uno sviluppo tecnologico dei prodotti e una riorganizzazione della rete commerciale, con attività sull’export, attività allora fattibili ma non così semplici».
Voi siete stati attivi nel mondo dello Sport
«Dal 1973 al 1981, mio padre Rino creò una Scuderia di moto, la “Scuderia Diemme Lugo Sport” poi Ad Maiora, nella quale corsero sia piloti locali sia piloti internazionali, sia italiani e non: fra di loro Mario Lega, Giovanni Proni, Marco Luchinelli, Johnny Alberto Cecchotto e Franco Uncini. La scuderia mantenne un livello molto elevato per essere una scuderia privata. C’era una gran passione: tutti coloro che se ne occupavano non erano stipendiati, per passione andavano ad aiutare il team e seguivano le corse.
Successivamente quando fu fatta la scelta se diventare professionisti o no si scelse di chiudere nel 1981: questo impegno diventava un vero e proprio lavoro, non si trattava più di una sola passione. Ormai si vincevano i campionati italiani, ci si qualificava bene nelle gare al Campionato del Mondo. Nel 1975 accompagnato dalla Scuderia Diemme, Yuri Cecchotto vinse il Mondiale 350.
Siamo rimasti presenti nel mondo delle corse con le sponsorizzazioni della Scuderia Minardi che fu accompagnata dalla Formula 3000 fino alla Formula 1 per tanti anni.
A livello sportivo abbiamo sempre promosso lo sport fra i giovani attraverso il Trofeo “Gianfranco Deggiovanni” sul territorio di Lugo e della Bassa Romagna. Il Trofeo tornerà ad essere operativo l’anno prossimo. Si tratta di manifestazione di atletica che porta nel campo sportivo i migliori di tutte le classi, prima seconda e terza media. Da diversi anni abbinato al trofeo Deggiovanni anche una borsa di studio che premia gli studenti sulla base del risultato del primo quadrimestre. La borsa di studio è stata istituita in memoria di mio fratello Alfredo Melandri, pilota automobilistico, che morì nel 1998 durante le prove di Formula 3 al Mugello».
Quali sono le altre iniziative che sostenete?
«Abbiamo sostenuto recentemente la promozione della nuova Università a Lugo inaugurata, grazie al forte impegno di Unitec, senza cui non si sarebbe potuta realizzata questo progetto, che ha messo a disposizione gli spazi e si è impegnata con proprio personale per affrontare tutto il percorso burocratico per arrivare a questo risultato. Siamo molto orgogliosi di essere fra i partner di questo progetto: è molto interessante, è un percorso di laurea professionalizzante, che prepara i ragazzi e le ragazze in termini più veloci con un vantaggio per imprese e studenti. Questi tipi di laurea all’estero sono comuni ma in Italia sono, sostanzialmente, una novità».